Federico Levy
Cercando me stesso ho trovato la filosofia. Cercando l’essenza della filosofia ho trovato la consulenza filosofico-esistenziale e la ricerca filosofica libera, personale. Senza direzioni precostituite, senza schemi né tracciati. Per pura avventura dello spirito.
Dopo una prima laurea in Scienze Politiche – conseguita seguendo un approccio rigorosamente platonico, ovvero con i piedi ben piantati nel mondo delle idee – mi sono trasferito nel Regno Unito, dove ho studiato filosofia all’università di Essex avendo la fortuna di stringere relazioni d’amicizia con studenti più grandi ed esperti dai quali ho imparato il rigore della ricerca speculativa.
Per me però la ricerca filosofica è anche viaggio in mare aperto, ibridazione dei linguaggi, apertura di possibilità. Il mondo accademico sottrae ossigeno al mio dàimon e crea confini che limitano quella concezione integrale della filosofia che mi è necessaria, in cui la vita del pensiero e il pensiero nella vita siano tutt’uno. Cercavo nella filosofia una pratica quotidiana di crescita e trasformazione che non rinunciasse al sapere, alla cultura e all’intelligenza senza tuttavia farne feticci. Il mondo della consulenza filosofica, a cui sono approdato navigando in rete, sembrava essere lì per confermarmi che il mio anelito esistenziale aveva un luogo d’esercizio.
Da ragazzo pensavo di poter fare filosofia con la politica, adesso ho finito col fare politica con la filosofia. Fare politica nel senso testimoniato da Socrate nell’Alcibiade, prendendomi cura di me stesso e degli altri, secondo i principi della epimèleia heautoù: politica dell’esistenza e della soggettività.
Per migliorare il mondo dobbiamo davvero cominciare da noi stessi. Dalla nostra coscienza.
Michel Foucault pensava a un’etica della cura di sé come pratica di libertà. Un motto eccellente per introdurre allo spirito della consulenza filosofico-esistenziale!
Ho conseguito un Master in Consulenza Filosofica all’Università europea di Roma e una successiva specializzazione in Counseling Esistenziale sotto la guida sapiente e illuminata dei professori Ferdinando Brancaleone, Gianfranco Buffardi e Fernando Boscaino dell’Istituto di Scienze Umane ed Esistenziali. Durante questo percorso ho conosciuto la collega che è diventata la mia compagna di vita oltre che di lavoro e subito dopo ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche all’università Roma Tre.
I principi dell’Antropologia neo-Esistenziale sono a oggi le mie coordinate privilegiate di riferimento per orientarmi nella professione di consulente filosofico-esistenziale poiché mi sembra che la vita umana in sé non abbia un senso se la persona che vive non cerca il proprio senso. Come sosteneva Socrate una “vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”.
Mi immergo in realtà associative, enti locali, istituti scolastici, comunità, biblioteche, bar, persone. Mi entusiasmo e mi deprimo un’innumerevole quantità di volte scontrandomi con le contraddizioni del mondo del lavoro. E tutto sommato pure del mondo in generale.
Conosco un sacco di belle persone che tirano la carretta e altrettante che si mettono comode sulla carretta trainata dagli altri.
Oltre all’attività di consulenza in studio:
Ideo PolisLab con il comune di Albano Laziale. Un percorso di cittadinanza attiva ad approccio filosofico;
realizzo percorsi di aggiornamento professionale per assistenti sociali sul tema del “dilemma etico” assieme alla dott.ssa Maria Cecilia Russo;
conduco incontri di meditazione filosofica di gruppo e cineforum filosofici;
avvio attività di ricerca per l’Istituto di Scienze Umane ed Esistenziali.
Continuo a pensare che Platone avesse infine ragione e che uno Stato che possa veramente ambire alla giustizia dovrebbe essere retto da “filosofi”.
Ma chi sono i filosofi? Per dirsi tali non basta laurearsi in filosofia e nemmeno insegnarla. Bisogna esercitarsi nel filosofare. In famiglia, sul posto di lavoro, con sé stessi e con gli altri. E perfino contro se stessi e contro gli altri, con spirito critico e costruttivo!
Il filosofo ama la ricerca della saggezza in ogni cosa che fa. Al di fuori di questa ricerca non sa un bel niente. Niente di niente. Così in questo “niente” filosofa con il pensiero, con il cuore, con il corpo. In un anelito di democrazia, ovvero con l’auspicio che ogni cittadino si impegni a uscire dallo stato di minorità, che resista a ogni potere che ne mina l’autonomia intellettuale e morale. Dunque con l’auspicio che ogni cittadino sia nella propria misura “filosofo”.
Dovremmo filosofare con tutto ciò che siamo, ovunque siamo, con chiunque siamo. Per potere vivere, per potere sperare, per potere amare.