Cosa succede durante un incontro di Meditazione Filosofica? Prospettive, metodi e benefici di un percorso metà/fisico e controcorrente.
di Francesca Guercio e Federico Levy. Articolo pubblicato per la prima volta sul sito www.benessereitalia360.it il 9 Ottobre 2018
1) Apertura della “radura” interiore.
I percorsi di Meditazione Filosofica da noi proposti puntano a creare le condizioni per l’apertura di una “radura” interiore. L’utilizzo che facciamo del termine radura traduce l’heideggeriano “Lichtung“; in accordo con le tecniche diffuse dal noto consulente filosofico Ran Lahav.
Il richiamo alla “radura” ha lo scopo di stimolare ogni partecipante nella ricerca di uno spazio di riflessione interiore che verrà… messo in comunione con altri. In virtù del suo carattere filosofico, tale riflessione è orientata ad affinare sensibilità e strumenti utili all’indagine sul senso delle cose mentre si rimane aperti, al contempo, all’eterno mistero dell’essere.
La doppia focalizzazione della Meditazione tiene conto sia del particolare sia dell’universale. E tiene insieme la dimensione della conoscenza con quella del mistero che ingloba e sorregge ogni conoscenza. Se ben praticata nel tempo essa permette l’acquisizione di habitus intellettuali di estrema utilità per la vita quotidiana.
Ad esempio favorisce la serenità e l’assertività nei confronti delle vicende quotidiane. Inoltre stimola il senso di meraviglia e l’interesse nei confronti della realtà nonché maggiore armonia tra vita esteriore e vita interiore.
All’apertura della “radura” si accede dapprima — analogamente ad altre pratiche meditative — con l’aiuto della concentrazione sul respiro, per indurre uno stato di presenza vigile e totale e fino ad arrivare alla semplice e anodina contemplazione degli stati fisici. In secondo luogo si praticano esercizi volti a lasciar andare quell’incessante movimento cerebrale che spesso crea turbamento e ostacola comprensioni più profonde e disinteressate sulla realtà.
2) Ricerca di senso e lettura contemplativa
Al termine dei primi esercizi di preparazione interiore, si avvia il lavoro meditativo propriamente filosofico. Esso può avvenire su qualsiasi tema significativo per il gruppo, di volta in volta proposto dai filosofi consulenti o dai partecipanti stessi.
Il punto in cui «il bosco può essere attraversato» — per continuare con la metafora di Heidegger — è quello in cui il chiacchiericcio della mente tace e la parola del testo si espande per rivelare tutte le sue possibilità.
Il “testo” è, alla lettera, un tessuto; di cui intersecare la trama e mettere alla prova l’ordito. Può trattarsi di un passo filosofico, letterario, poetico. Perfino di un’immagine.
È uno… spunto di contatto. L’abbrivio per una ricerca di senso che contempla autonomia, autenticità, libertà di ascolto di sé e dell’Altro da sé. È il canale di comunicazione tra l’immanente e il trascendente che può essere percorso indifferentemente in entrambe le direzioni senza che qualcuno o qualcosa insinui più o meno artatamente che l’uno abbia maggior valore dell’altro. È un sentiero che può essere percorso; con la certezza che condurrà in un luogo che, se pure non del tutto sconosciuto, conosceremo per la prima volta.
Come scrive Merleau-Ponty«la vera filosofia è un reimparare a vedere il mondo».
Anche a questo aspira la Meditazione Filosofica: a favorire la creazione autonoma, libera e condivisa di nuove lenti che consentano una vista allargata e arricchita.
3) Creazione di una comunità di ricerca meditativa
In virtù del suo approccio filosofico, la crescita personale interiore viene immediatamente innestata nella qualità umana di esseri sociali. Gli incontri di Meditazione Filosofica sono, infatti, propriamente incontri di gruppo dove particolare cura viene dedicata ai ponti che è possibile costruire tra riflessione interiore e dialogo interpersonale. Naturalmente in un contesto di piena accettazione di sé e dell’altro che colmi le distanze con il confronto tra “autenticità” equipollenti.
Di conseguenza il gruppo, nel corso del tempo, si amalgama e si struttura come una vera e propria “comunità di ricerca” unita non da una dottrina particolare — come è il caso delle comunità spirituali religiose — ma dall’approccio meditativo-filosofico alla ricerca.
Quali benefici nel tempo?
Un percorso di Meditazione Filosofica ben praticato porta con sé tanti benefici di natura culturale, intellettuale e morale. Nonostante sembrino orizzonti minoritari e controcorrente, essi dovrebbero essere centrali per chiunque aspiri a una reale evoluzione interiore che coniughi le piacevolezze di un generico “stare bene” con la ricerca di maggior consapevolezza etica e spirituale.
Il fatto che tali benefici siano al giorno d’oggi anacronistici e controcorrente non dovrebbe turbarci oltremodo. In una società sempre più alienata e infelice navigare controcorrente è già una valida indicazione della bontà del percorso intrapreso!
Inoltre la Meditazione Filosofica coltiva nel tempo un più profondo e produttivo rapporto con la realtà. Facilita chiarezza e dialogo interiori. Accresce la conoscenza di sé e della propria visione del mondo. Favorisce il benessere interpersonale e sociale attraverso pratiche condivise di accettazione e scambio reciproco di emozioni e pensieri. Permette di ampliare le proprie mappe cognitive di interpretazione della realtà e quindi anche, indirettamente, le proprie possibilità di esistenza. Porta armonia tra cuore, mente e spirito con evidenti ricadute sul piano dell’appagamento esistenziale.
In una formula: la Meditazione Filosofica aiuta a mettersi sul cammino della propria saggezza.
Coltivare umanità critica e consapevole. Un congedo
La filosofia come stile di vita è, tra tante altre cose, anche l’arte di accogliere le dissonanze. Risorsa indispensabile sempre per l’individuo; ma addirittura risolutiva nella società contemporanea!
Sappiamo che l’ormai ineludibile strategia della profilazione dell’utente attiva per ogni nostro click in internet un sistema di trasmissione dati. Lo scopo — di marketing e politico — è quello di farci arrivare unicamente quei contenuti informativi che si accordano alle nostre predilezioni. La conseguenza è nefanda: racchiuderci nelle cosiddette “bolle di informazione” che ci relegano, e istupidiscono, in un ecosistema di convinzioni del tutto personale.
Il tema è stato trattato con perizia nel 2011 da Eli Pariser nell’ormai celebre The Filter Bubble, tradotto in italiano per i tipi de Il Saggiatore con il titolo Il filtro. Quello che internet ci nasconde (2012). L’indipendenza del pensiero è praticamente azzerata e se in questa impossibilità proliferano le fake news è puerile pensare di contrastarle trasformandoci in segugi con l’uzzolo di smascherarle una a una.
Quello che resta a noi, naufraghi impigliati nella rete di contenuti già noti e replicati all’inverosimile con lo scopo di polarizzare le menti, è un atto di ribellione che passi per una rieducazione al privilegio tutto umano di riconquistarci una mente critica.
La Meditazione Filosofica ce ne offre le condizioni, o per lo meno ci prova veramente. Favorendo assieme alla prosperità esistenziale la crescita spirituale e l’uscita dall’isolamento intellettuale.
Per ulteriori approfondimenti:
Il nostro precedente articolo sulla Meditazione Filosofica
Libro: Ran Lahav, Oltre la filosofia. Alla ricerca della saggezza.
Conduciamo incontri periodici di meditazione filosofica nelle città di Roma e Albano Laziale.
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