Primo articolo sui fondamenti di questa nuova professione, la Consulenza Filosofica. La sua storia e la dimensione del con-filosofare.
di Federico Levy – articolo apparso per la prima volta sul sito www.benessereitalia360.it il 20.3.2018
La Consulenza Filosofica (CF) si configura come una libera professione nell’ambito della quale un filosofo consulente presta servizi, a persone e/o organizzazioni, sulla scorta di “forme di sapere” e orientamenti di matrice filosofica. Così, la filosofia smette di essere una disciplina scolastica e accademica o una passione personale; prende coscienza di sé e si struttura come pratica socio-culturale operante nel mondo!
Giacché si tratta di una professione ancora relativamente poco nota, la collega con la quale divido la conduzione di questa rubrica e io abbiamo pensato di dedicare i primi articoli a fornirne, ai lettori interessati, i lineamenti fondamentali.
Naturalmente per come li intendiamo, coltiviamo, pratichiamo e continuamente ricerchiamo noi.
Storia e caratteristiche fondamentali della pratica filosofica
Sebbene si riscontri un uso pratico della filosofia in molteplici epoche (con la dovuta prudenza e umiltà potremmo pensare all’ellenismo romano come al periodo di massima applicazione di tale uso e a Socrate come a un filosofo pratico ante litteram) l’inquadramento storico ufficiale della Consulenza Filosofica nella contemporaneità è da collocarsi nella Germania del secolo scorso, quando il filosofo Gerd Achenbach aprì vicino a Colonia il primo studio ufficiale di philosophische praxis (1981).
Nel giro di una decina d’anni la pratica filosofica prese piede negli USA, in Israele e in altri paesi d’Europa. Dall’inizio del Duemila anche in Italia vengono istituiti Master professionalizzanti rilasciati dalle Università e si costituiscono le prime associazioni professionali di categoria inquadrate secondo i dettami della legge 4/2013, che disciplina e tutela l’esercizio delle libere professioni non regolamentate da albo statale.
E dunque cos’è una pratica filosofica?
Secondo il fondatore Gerd Achenbach «un libero dialogo» che
«non prescrive alcun filosofema, non somministra alcuna conoscenza filosofica; piuttosto, essa mette in movimento il pensiero nel senso del “filosofare”».
Il Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica (CRIF) nel suo preziosissimo sito web parla di «un tempo e uno spazio dedicati al “confilosofare”[grassetto mio. Tale formula fonde felicemente l’esercizio della filosofia come azione attiva e la dimensione comunitaria e collegiale di questo particolarissimo “fare”.
Filosofare: quando il pensiero dà sapore alla vita
Pensare insieme, dunque. Rimettere in movimento il pensiero con spirito filosofico: spirito di indagine e ricerca libero, razionale, sincero, autentico. Condito di cuore e passione, giacché com’è noto philo-sophia significa “amore per la sapienza” e la parola sapienza viene dal verbo latino sapere cioè “aver sapore”.
Vien da sé, pertanto, che il filosofare non ha nulla a che vedere con l’erudizione e che la conoscenza della letteratura filosofica, indispensabile per diventare docenti o scrittori di filosofia, non è necessariamente richiesta a chi voglia “solo” filosofare.
Per filosofare basta molto meno. Ovvero, molto di più. Nella pratica filosofica non si tratta di conoscerequanto piuttosto di esseree di volontà di essere.
Tra vita (l’esistenza concreta delle persone) e pensiero corrono relazioni e reciproche influenze che contribuiscono a determinare qualità e possibilità dell’esperienza quotidiana di ciascuno.
Già solo questo semplice dato di fatto sfiora questioni dirimenti per la nostra vita personale e associata ed è uno dei temi cardine di tutta la filosofia della conoscenza di matrice occidentale.
Propongo dunque fin d’ora al lettore che vorrà continuare a seguirci per saperne meglio e di più di esercitarsi a distinguere “il Mondo oggettivo” – che riguarda comunemente tutti – dalle “visioni del mondo”, che riguardano in maniera peculiare e soggettiva il singolo. Visioni del mondo che sono con noi, più o meno molteplici, confuse o contraddittorie; che abbiamo appreso in famiglia, a scuola, nella vita professionale. Visioni del mondo connaturate alla dimensione dinamica della nostra stessa esistenza.
E se filosofare è anche prendersi cura del modo con il quale ci pensiamo e pensiamo il mondo, pensare bene equivarrà a vivere bene.
Il ben-essere come ricerca passa ancheper quel pizzico di sale sparso nell’esistenza che è il filosofare della pratica filosofica.
Una prima definizione “pratica” di Consulenza Filosofica
La Consulenza Filosofica (CF) si distingue da altre “pratiche” filosofiche per il fatto che tale dimensione del confilosofaresi sviluppa in due (il filosofo consulente e il suo cliente – in genere definito ospite o consultante) o, al più, in ambiti molto ristretti (coppie o piccoli gruppi).
Ancora al sito del CRIF attingiamo, per le qualità di chiarezza e concisione, un’efficace descrizione operativa:
«l’attività del consulente filosofico consiste di conversazioni, discussioni filosofiche autonome, non necessariamente individuali, su qualunque problema o argomento di cui desideri parlare il consultante. Soprattutto nel rapporto uno-a-uno, si tratta di stimolare, incoraggiare l’ospite a esplorare, insieme, le proprie opinioni a un livello più profondo, a vedere più chiaramente le conseguenze delle sue convinzioni, a meglio riconoscere i pre-giudizi personali per ciò che essi sono o a considerare i potenziali vantaggi di altri punti di vista. Pare non vi siano risposte pre-confezionate alle questioni che l’esistenza e la co-esistenza continuamente ci pongono, e i consulenti filosofici, in genere, anziché pretendere di porre fine alla ricerca intrapresa dal consultante, preferiscono riferirsi alla loro attività in termini di “orientamento”, “guida”, “accompagnamento” e simili [grassetti miei]
Diciamolo a mo’ di aforisma: il filosofo consulente non è l’esperto che vai cercando, è il compagno di viaggio che non ti aspetti!
Se, poi, vi state ponendo domande quali: “Cosa significa effettivamente ‘filosofare’ per non esperti in filosofia?”. “Qual è la relazione e quali sono le differenze tra la Consulenza Filosofica e altre professioni che entrano in relazione con la mente degli esseri umani (in particolare la psicologia)?”. “Cosa succede effettivamente durante una seduta di consulenza filosofica?”. E infine: “Perché, dopo tutto, rivolgersi a un consulente filosofico?” la sola risposta che posso darvi qui è: continuate a seguirci. Il meglio deve ancora arrivare.