Meditazione Filosofica. Una pratica da esercitare in gruppo o da soli come “meravigliosa” ginnastica di realtà.
di Francesca Guercio e Federico Levy. Articolo pubblicato per la prima volta sul sito www.benessereitalia360.it il 2 Ottobre 2018
Meditare. Ovvero misurare con la mente. Considerare qualcosa con ponderatezza e gravità, tenendovi a lungo il pensiero. Nel nostro caso, filosoficamente. In modo che dell’oggetto, della situazione, del discorso preso in esame, emergano le molteplici componenti, forme, possibilità e giudizi, dimensioni, valori. Tanto da cogliere la struttura complessa della realtà e, insieme, il valore che tale complessità assume per l’esistenza. E fino a che essa sia per noi così adamantina da poter muovercisi in mezzo con equilibrio grazie a una certa sicurezza di vedere. Che —nella crescita di consapevolezza —accoglie e contempla l’eventualità di non vedere tutto e di mantenersi aperti sull’ignoto ancora inesplorato.
Uno strumento indispensabile non solo, com’è ovvio, per la crescita umana e spirituale ma anche, ai giorni d’oggi, come difesa contro i danni della ormai inevitabile “profilazione dell’utente”. Quella diffusa strategia di marketing e politica che ci tiene inchiodati a processi autoreferenziali nel reperimento delle informazioni – costruendo per noi vere e proprie “bolle” di informazione.
Meditazione Filosofica. In cosa consiste?
Le tipologie di meditazione che favoriscono la padronanza di sé nel quieto distacco dalla vacuità contraddittoria delle occupazioni e dei discorsi mondani sono diverse e tutte pregevoli. In molti casi innescano processi mirati alla sospensione del pensiero logico-razionale, con l’obiettivo di abbassare i livelli di ansia e stress.
Talora, mosse da un anelito a superare la materialità nella sua espressione più grossolana, esse prevedono finalità religiose. Ciò che accade, per esempio, nelle metodiche promosse dalle religioni orientali o dal cristianesimo.
L’emancipazione dagli stereotipi di valutazione e comportamento assunti in maniera irriflessiva implica sempre, del resto, una ricerca spirituale. Nel caso della Meditazione Filosofica l’afflato allo spirito assume i toni kantiani che alludono alla creatività della ragione e si connota di un senso specificamente laico. In esso si stringe l’abbraccio tra etica, metafisica e vita quotidiana.
Le consuete facoltà mentali non sono ammainate bensì orientate verso una direzione che definiremmo “contemplativa”.
Parole per risanare la corruzione del pensiero
Piuttosto che alla “consapevolezza senza oggetto” propria della Meditazione Trascendentale, quella Filosofica volge a una consapevolezza di cui oggetto sia la saggezza umana. Individuale e sociale.
Suo strumento privilegiato sono le parole; che i praticanti indagano, vivono e si scambiano nella comunicazione di gruppo.
Contrariamente a quanto avviene nelle forme di meditazione più diffuse, che lavorano sul loro accantonamento, le parole divengono officina.
Sollevate con cura dal silenzio e decantate dal già conosciuto sono usate, condensate e sublimate. In un sistema che intreccia, in mutue relazioni, non soltanto gli altri con i quali entriamo in contatto ma anche tutte le parti che ci costituiscono.
Come la pietra filosofale che si riteneva capace di risanare la corruzione della materia, così il processomesso in atto dall’attività di riflessione, approfondimento e scambio risana la corruzione del pensiero. Che domina la contemporaneità rendendoci infelici e ostili; non soli ma drammaticamente isolati.
Libertà di esplorazione di sé e del mondo
Una delle specificità della Meditazione Filosofica rispetto ad altre forme di meditazione consiste nel garantire un’esplorazione di sé che contempla qualunque punto di partenza. E accetta come percorribile ogni traiettoria, immune agli approdi postulati. Estranea per essenza a prescrizioni e risoluzioni confessionali, essa indaga con equipollente, attento, rispettoso, partecipe interesse terreni fecondati da ispirazioni laiche o mistiche.
Le caratteristiche delle esperienze reali che costituiscono il viaggio della nostra esistenza e ogni nostro rapporto con noi stessi e con l’esterno sono mediati dalla personale “visione del mondo”.
Per questo motivo non è sbagliato dire che, in buona misura, noi siamo la nostra visione del mondo. Essa, tuttavia, non ci è affatto sempre chiara e distinta e costituisce un agglomerato di terreni da esplorare. Terreni come “perimetri” di esistenza. Il nostro mondo, appunto; per come lo capiamo e lo abitiamo. Per come ne facciamo esperienza.
Oltre il perimetro. Verso una trasformazione significativa
Perimetro. La scelta del termine è di Ran Lahav e della prammatica quotidiana di ciascuno metaforizza sia l’aspetto di protezione sia quello di confine e limite.
L’idea fondamentale della filo-sofia è che io sono più grande del mio perimetro. […] Perciò la prima fase del processo, quella della pratica filo-sofica […] può essere descritta come un’indagine sul perimetro.
Così scrive il consulente israeliano prima di esporre la sua intuizione di “trans-sofia”. Una filosofia che superi il ragionamento intellettuale e l’analisi astratta in vista di una forma più ampia di comprensione che ci coinvolga direttamente e profondamente. Qualcosa che tutti abbiamo sperimentato in momenti speciali dell’esistenza come conoscenza intuitiva e originale. Che pare suggerita da un quid fuori di noi e per la quale, infatti, spesso facciamo appello a dimensioni che prescindono dall’esperienza.
Si tratta di una comprensione capace di avviarci verso il superamento del perimetro, ovvero verso una trasformazione significativa.
Armonia tra parola, mente e spirito
La Meditazione Filosofica, per mezzo della parola e del pensiero, accresce le risorse ermeneutiche e dialettiche e favorisce l’arricchimento della dimensione valoriale, etica, esistenziale
Coltivando l’attitudine linguistico-razionale propria dell’uomo e spingendola oltre i perimetri individuali si realizza una piena fioritura. Logica, intuitività, spiritualità ed emotività s’armonizzano arricchendo la persona nella sua integrità. Ciò che migliora la quotidiana relazione con il mondo.
Ulteriore, prezioso effetto del lavoro di riflessione sul tessuto proteiforme della realtà è l’emancipazione da geometrie preordinate di raccolta, lettura e interpretazione dei dati con cui entriamo in relazione. Siano essi cognitivi, emozionali, psichici o banalmente fattuali. Legati al mondo dell’esperienza, dell’informazione, dei vissuti interiori.
In virtù di ciò è possibile raggiungere un grado di autonomia che è la bussola necessaria per raccapezzarsi nella… modernità gassosa.
Il diverso che ci nutre
Abbiamo appena accennato, sopra, ai danni inferti dagli algoritmi della rete alla nostra libertà di venire in contatto con ciò che è diverso da noi. Nutrendo così, di fatto, la nostra consuetudinarietà e ostacolando la possibilità di esercitare virtù umane come il discernimento e la dialettica. Rinviamo alla seconda parte della trattazione dei metodi e dei benefici della Meditazione Filosofica per un approfondimento e un’eventuale chiarificazione. Perché accogliere le dissonanze è davvero l’unico modo per vivere in pienezza.